Tematica Ominidi

Homo georgicus Vekua et al., 2002

Homo georgicus Vekua et al., 2002

foto 22
Ricostruzione: Élisabeth Daynès
(Da: en.wikipedia.org)

Phylum: Chordata Haeckel, 1874

Classe: Mammalia Linnaeus, 1758

Ordine: Primates Linnaeus, 1758

Famiglia: Hominidae Gray, 1825

Genere: Homo Linnaeus, 1758

Descrizione

Questa specie sembra intermedia tra l’Homo habilis e l’Homo erectus. Uno scheletro parziale fu trovato nel 2001. I fossili, che hanno un'età di circa 1,8 milioni di anni, furono scoperti dallo studioso georgiano David Lordkipanidze, che faceva parte di un gruppo di ricerca che portò alla luce questi resti; nelle vicinanze furono trovati anche utensili e ossa di animali. Gli studiosi pensarono dapprima che la mandibola e il cranio appartenessero all’Homo ergaster, ma le differenti dimensioni li portarono ad attribuirli ad una nuova specie, definita Homo georgicus, discendente dall’Homo habilis e antenata dell'asiatico Homo erectus. Il cranio D2700, della capacità di 600 cm³ e datato a 1,8 milioni di anni fa, e le sue buone condizioni permettono il confronto con la morfologia del cranio dell'uomo moderno. Il cranio era il più piccolo e il più primitivo tra quelli ritrovati fino ad allora al di fuori dell'Africa dove le due diverse specie di ominidi, l’Australopithecus e il genere Homo rappresentano due percorsi evolutivi distinti a partire da un comune antenato. Il reperto georgiano, la cui capacità cranica è all'incirca la metà di quella di Homo sapiens, fu considerato il reperto più piccolo fino alla scoperta dell’Homo floresiensis avvenuta nell'isola di Flores nel 2003. Il dimorfismo sessuale è piuttosto accentuato, rivelando tratti primitivi (meno presenti in altre specie europee più evolute come Homo antecessor, Homo heidelbergensis e Homo neanderthalensis), con i maschi considerevolmente più grandi delle femmine. A causa delle scarse conoscenze morfologiche su questa specie non è stato finora possibile identificare sviluppi successivi. È ancora dibattuta la questione se questi ominidi avessero un grado di intelligenza superiore a quello delle specie antenate, a causa del volume cerebrale ridotto. L’Homo georgicus potrebbe essere stato il primo ominide a stabilirsi in Europa, 800.000 anni prima di Homo erectus. Furono successivamente ritrovati altri quattro crani e diverse mandibole, oltre a numerose altre ossa post-craniali, che indicano una specie piuttosto primitiva nel cranio e nella parte superiore del corpo, ma con colonna vertebrale e arti inferiori piuttosto sviluppati, in grado di permettere una buona mobilità. Potrebbe quindi trattarsi non di una specie separata, ma di uno stadio subito successivo alla transizione tra l’Australopithecus e l’Homo erectus. Altri reperti comprendono: D2600, una delle più grandi mandibole del genere Homo del Pleistocene; D211, una delle più piccole mandibole del Pleistocene inferiore, probabilmente legata al cranio D2282; il cranio D2282, che conserva gran parte della faccia sebbene manchi di pezzi ossei nella regione nasale. Le dimensioni sono ridotte, presenta una capacità cranica di circa 650-660 cc ed apparteneva forse a un soggetto giovane, probabilmente una femmina; la mandibola D2735, che completa il cranio D2700, appartenenti a un adolescente (o meglio, a un subadulto, con il terzo molare parzialmente erotto); il cranio D3444 e la rispettiva mandibola D3900, totalmente privi di denti e con un evidente rimodellamento alveolare. I due reperti sono quindi attribuibili ad un individuo in età avanzata (relativamente) che doveva nutrirsi di cibi teneri e potrebbero indicare, forse, un principio di cure agli anziani tali da consentire al soggetto la sopravvivenza, in quanto non più in grado di masticare.

Diffusione

È una specie estinta del genere Homo, descritta nel 2002 da fossili rinvenuti a Dmanissi, in Georgia (Caucaso). Questi fossili risalgono a 1,8 milioni di anni fa e quindi appartengono ai primi rappresentanti del genere Homo attestati fino ad oggi fuori dall'Africa. La posizione filogenetica di questi fossili è ancora dibattuta, la loro grande diversità morfologica deve aver suscitato tra i ricercatori una certa perplessità sulla variabilità interna di questa nuova specie e sulla validità dei vari taxa umani attualmente ammessi.

Bibliografia

–Abesalom Vekua, David Lordkipanidze, G. Philip Rightmire, Jordi Agusti, Reid Ferring, Givi Maisuradze, Alexander Mouskhelishvili, Medea Nioradze e Marcia Ponce de Leon, A new skull of early Homo from Dmanisi, Georgia, in Science, vol. 297, nº 5578, luglio 2002, pp. 85-9, DOI: 10.1126 - science.1072953, ISSN 0036 - 8075 (WC ACNP), PMID 12098694.
John Noble Wilford, New Fossils Offer Glimpse of Human Ancestors, in The New York Times, 19 settembre 2007.
David Lordkipanidze, Tea Jashashvili, Abesalom Vekua, Marcia S. Ponce de León, Christoph P. E. Zollikofer, G. Philip Rightmire, Herman Pontzer, Reid Ferring, Oriol Oms, Martha Tappen, et al., Postcranial evidence from early Homo from Dmanisi (Georgia), in Nature, vol. 449, 20 settembre 2007, pp. 305-310.
G. Philip Rightmire, Adam P. Van Arsdale e David Lordkipanidze, Variation in the mandibles from Dmanisi, Georgia, in Journal of Human Evolution, vol. 54, nº 6, giugno 2008, pp. 904- 8, DOI: 10.1016/j.jhevol.2008.02.003, ISSN 0047 - 2484 (WC ACNP), PMID 18394678.


00125 Data: 30/03/2018
Emissione: Uomini preistorici
Stato: Sierra Leone
Nota: Emesso in un foglietto di 4 v. diversi